linguaggio per la codifica degli ipertesti attraverso marcatori
(HyperText Markup Language)
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Il linguaggio utilizzato per realizzare i documenti ipertestuali di World
Wide Web. Si tratta di un gruppo di 37 marcatori che indicano al browser
come visualizzare la pagina e permettono di stabilire collegamenti tra una
parola o un intero blocco di testo e unÆaltra pagina Web, magari
memorizzata su un server remoto.
Il testo da codificare deve essere in formato ASCII e la marcatura dei
brani interessati dal collegamento ipertestuale avviene mediante
lÆaggiunta di parole codice che possono essere digitate direttamente da
tastiera oppure aggiunte per mezzo di traduttori automatici (i più recenti
tra i wordprocessor dispongono di funzioni di traduzione automatica dal
proprio formato a quello HTML). LÆHTML deriva da SGML, rispetto al quale è
molto più semplice, ma anche meno espandibile. LÆelemento cardine per il
funzionamento del World Wide Web è il protocollo HTTP (Hypertext Transfer
Protocol). Si tratta di un protocollo molto semplice che regola
lÆinterazione tra il nostro browser e il particolare server con cui
questÆultimo di volta in volta si connette a seguito di una nostra
richiesta diretta oppure seguendo un rimando ipertestuale. La transazione
tra queste due entità si svolge in quattro fasi: connessione, richiesta
del documento, risposta e disconnessione. Le prime tre sono di solito
segnalate nella finestra del browser con scritte in inglese che ci
spiegano cosa sta succedendo. Nella richiesta il browser specifica al
server quale protocollo deve essere utilizzato (HTTP oppure FTP o altro
ancora) infatti lo stesso browser può essere utilizzato per collegarsi
anche con siti che non fanno parte del World Wide Web e che offrono
servizi Internet più tradizionali, come appunto lo scaricamento di file
attraverso il protocollo FTP (File Transfer Protocol).
Dopo che la pagina è giunta sulla nostra macchina, la connessione col
server sÆinterrompe e va ripresa quando si chiede di passare a una
seconda pagina sul medesimo server oppure a un secondo server. Questo
talvolta vale anche per il percorso a ritroso, dove si chiede di
visualizzare una seconda volta una pagina che avevamo già visto.
LÆeventuale presenza di grafica rende questo andirivieni abbastanza lento
poiché tutte le volte gli elementi grafici devono essere scaricati di
nuovo. Una soluzione pratica per eliminare questo inconveniente consiste
nel creare una cache sul disco della nostra macchina o sul server che fa
da gateway (porta di accesso verso Internet). Così, ogni volta che
chiediamo una pagina già vista, la caricheremo dal nostro disco locale o
ppure dal disco del server vicino anziché di richiamarla dalla Rete. I
software di cache sono entità diverse dai browser e perciò bisogna
procurarseli separatamente. Un sistema per non dover scaricare
continuamente la stessa pagina (se questa contiene prevalentemente testo)
consiste nel salvarla sulla propria macchina come file a sé stante e nel
richiamarla dallÆinterno del browser come si richiamerebbe un qualsiasi
documento dallÆinterno di un word processor (tra lÆaltro, alcuni
programmi di elaborazione dei testi permettono di visualizzare e
modificare queste pagine scaricate in locale senza dover ricorrere al
browser).
Il documento che circola sulla rete quando si è connessi a un server Web
ha un formato particolare e usa al proprio interno una serie di codici che
dicono al browser come visualizzare il testo e le immagini che vi sono
associate. Il più diffuso tra i linguaggi usati per questa codifica è
lÆHTML (Hypertext Markup Language - linguaggio per la codifica degli
ipertesti attraverso marcatori) che costituisce una versione semplificata
dellÆSGML (Standard Generalized Markup Language - linguaggio di codifica
standard e generalizzato). Anche qui lÆaccento è sulla semplicità,
infatti lÆHTML prevede un massimo di 37 marcatori e chiunque può imparare
a utilizzarli visto che richiamano lo stesso metodo di codifica in uso sui
vecchi wordprocessor per DOS, dove il marcatore indicava la caratteristica
di tutte le parole che lo seguivano (diceva ad esempio che erano in
corsivo) e doveva essere seguito da un altro marcatore che ne annullava
lÆeffetto.
In questa figura vediamo un documento codificato con HTML.
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